Esempio di malo posizionamento

Giunti ad oggi trascinandosi avanti questo pinguino prepotente, volevo far notare come e quanto si sono sballati i posizionamenti nelle serp di google, in peggio chiaramente.

Ricerca del proprio nome e cognome:

  1. Facebook, con url it-it.facebook.com/nome-cognome
  2. Facebook, con url it-it.facebook.com/public/nome-cognome
  3. Facebook, con un altro cognome
  4. Facebook, di nuovo con un altro cognome
  5. Linkedin, ex secondino, con it.linkedin.com/pub/nome-cognome/numero/numero/numero
  6. Waatp.it, la mia amata spam, con waatp.it/people/nome-cognome
  7. website.informer.com, altro spammoso sito che adotta pure questa fantastica strategia del doppione sull’url, con website.informer.com/nome+cognome+nome+cognome.html
  8. website.informer.com, spam, di nuovo lui all’attacco con le parole, website.informer.com/nome+cognome+Registrant+Streetlamiavia.html
  9. who.pho.to, simpatico sito molto utile e sopratutto nella nostra lingua, con who.pho.to/nome_cognome_registrant_street1via/
  10. Quello che volevo trovare, stavo cercando come si posizionava il mio sito aziendale (se cercavo il mio nome che è scritto sul footer del template) 🙂

Con questa breve ricerca volevo completamente lasciar stare l’indicizzazione e il posizionamento per andar a vedere l’efficienza e l’efficacia solo per l’utente finale, in realtà voglio solo riderci sopra (analizzo solo la prima pagina di risultati e non mi spingo oltre).

Se un utente cerca un nome e cognome, significa che sta cercando dati sulla persona, questo vuol dire che si può mirare quello che io ho colorato in verde.

I risultati in viola dimostrano come il pinguino mandi in malora i risultati, non solo c’è una ripetizione inutile del risultato che fa acquistare le prime 2 posizioni allo stesso dominio (ed è dimostrato che cosi si acquista praticamente il massimo ctr), ma ci sono addirittura 3o e 4o risultato che portano nomi di altri, quindi completamente fuori dalla ricerca (dimostrando chiaramente quanto conta il contenuto rispetto ai link e quindi all’autorità del sito).

I siti in rosso invece sono come penguin penalizza la spam, ovvero non solo facendola salire nelle serp, ma offrendogli più risultati per dominio.

Altro esempio che merita un applauso (veramente)

Se si utilizza un sistema di redirect con pagine di url come ad esempio sito.it/affiliazioni/pagina.php … ora compaiono sulle serp, scoperto con questa ricerca (sul risultato per il sito alverde, che al 15/06/2012 si trova in seconda posizione).
Le pagine in questione chiaramente non sono solo vuote, ma hanno il redirect sull’header (quindi il contenuto non dovrebbe essere proprio considerato).
Come se non bastasse, segnalata la cosa in simpatia su alverde, Paolo Moro (il fondatore) fa notare che pure nel file robots.txt è presente il comando per non farle indicizzare.

Cosa abbiamo imparato oggi?

Beh, per gli utenti finali  se bing non facesse ancora più schifo di passare a quello: per lo meno si sa che i risultati sono quello che sono e non ci si trovano sorprese (con la stessa ricerca per lo meno in terza posizione si trova un buon sito, poco importa che ci siano i profili di ragazze nelle prime 2 posizioni 🙂 ).

Per chi confidava in Marchiori con Volunia, beh no comment (all’italiana).

In compenso youporn funziona sempre bene.

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