Internet ormai da anni sta subendo un “crollo” di qualità: gia dal lontano 95 sono iniziate le prime speculazioni sui domini e sui siti.
Un panoramica generale potrebbe essere quella che vede vari tipi di utente: l’utente webmaster (la definizione di questi tempi..), il domainer, lo speculatore e l’improvvisato.
Tutti cercano di far i soldi e prima o poi acquisteranno un dominio, il circolo vizioso si basa proprio su questo fattore.
Il webmaster acquisterà un dominio che o diventerà figo o (1 anno o 10) lo lascierà scadere o lo rivenderà; il domainer aquista tanti domini e siti completi nuovi o da webmaster, poi li sviluppa e/o li rivende.
L’improvvisato rappresenta chiaramente soldi facili per webmaster e domainers, non acquisterà mai dallo speculatore perchè avrà prezzi troppo alti per rischiare (sempre che non venga intortato bene), ma acquista domini morti, schifezze improvvisate, casca alle prime frasi sul guadagno, ecc.
Insomma questa è la classica figura che può sborsare 300 euro per un aggregatore fatto in wordpress la scorsa settimana, in un mese farsi riempire di spam e dopo l’anno lasciar scadere il dominio.
Cercherà pure di vendere siti dal valore nullo a cifre esorbitanti, ma qui ogni tanto compra qualche altro improvvisato.
Se malauguratamente riesce a metter mani su un dominio serio, entro un anno lo cederà ad 1/10 o forse meno del suo valore (x la legge di murphy a chiunque tranne te).
Lo speculatore rappresenta il termine, ovvero un dominio che vale 100 verrà messo a valore 1000, quindi domainer, improvvisati e webmaster saranno esclusi dalla vendita…
Questo tipo raccatta tutto quello che può, dai domini scaduti ai domini in vendita appetibili, non appena scade un dominio automaticamente si scoprirà uno speculatore.
Ma a chi vendono gli speculatori dei nomi a dominio?
Al nuovo tipo di improvvisati, ovvero gli improvvisati con i soldi: le aziende.
Le aziende (che per me comprendono aziende, ristoranti, agenzie, ecc.) vengono intortate dai 10.000 esperti nella costruzione del sito web che ti chiamano al telefono, dagli esperti del webmarketing che ti promettono (senza scriverlo nel contratto) fior fiori di successi.
Sono molto bravi nell’arte dell’intortamento perchè spiegano il perchè ed il come .. a quelli che non li capiscono (come quando rispondo, sul molto vago, a mia nonna mi chiede “cos’è l’internet?”).
Tanto per raccontare una storiella di gente molto esperta … (poichè la storiella era troppo grande è diventata questo post)
Quindi, quanto costa un sito?
Semplice: dipende da quale utente siete.
Volete il vero valore di un sito? Beh è quantificabile in diverse maniere:
- valore di sviluppo / tempo perso / risorse investite.
(generalmente si calcola in giorni uomo * costo di lavoro + spese aggiuntive) - valore di mercato
(generalmente si quantifica guardando in giro altri prezzi nel settore) - valore personale
(se io ho 300 euro al mese da questo sito non voglio venderlo per meno di un anno di ricavi, anche se i valori precedenti sono 0)
No, non funziona cosi
Già, non funziona cosi perchè innanzitutto ci sono tanti improvvisati, poi perchè c’è troppa libertà di speculazione.
Spesso si vede l’aggregatore in wordpress dell’esempio di prima quantificato 200 euro di lavoro e poi guadagni mensili x 10.
Spesso si vede uno script (aplicazione web) riutilizzabile che viene venduto al prezzo dei sorgenti.
Spesso le persone comprano a nero da ragazzini.. e successivamente chiedono la garanzia (!!! questo punto le dice tutte).
L’improvvisato non è chi vende, ma chi compra.
Quello che nessuno conosce del mercato in internet è che è identico a quello reale: il prezzo lo fa l’acquirente.
Se mi chiedi 1000 per un sito che io valuto 100, io ti proporrò 90 per poi trattare fino ai 110.
Qualcuno ha fatto un prezzo più alto? Buono per il venditore.
Questo è il valore.
Per lo speculatore invece è diverso, parole chiave discrete nei nomi a dominio se acquistate in blocco possono saturare il mercato, quindi un’azienda che necessita di un buon dominio se trova tutte le possibilità occupate, piuttosto di prendere nomi di dominio brutti o poco memorizzabili deve anche comprare il dominio allo speculatore. In questo caso è lo speculatore che fa i soldi.. e purtroppo funziona.
Se tu rappresenti un’azienda turistica e tutti i domini utili sono occupati.. per offrirti IL dominio che io posseggo il costo lo faccio io, tanto non sei l’unica agenzia turistica al mondo.
Conclusioni
Su sedo o simili il mercato è degli speculatori, in questo caso solo chi è moralmente obbligato a comprare quel dominio lo compra veramente, per il resto dalle esperienze che ho avuto non val la pena neanche di trattare.
Nell’acquisto di un dominio e/o sito c’è da calcolare principalmente quanto avvantaggia i costi per noi, visto che alla fine il nome è solo una minima parte rispetto al vantaggio in serp: pagando il costo del dominio classico in sedo in branding si può scavalcare ed oltre in serp ed in popolarità.
I conti si fanno guardando le ricerche esatte delle key del dominio con lo strumento delle parole chiave di google adwords, cosi anche per capire quanto è ricercato (in base al cpc medio si capisce molto del mercato che gira attorno).
Chiaro che un dominio da 40.000 ricerche esatte con 1 euro di cpc medio.. offre un discreto vantaggio. Anzianità del dominio ed eventualmente la presenza di un sito correlato duplicano il valore, ed allora si che si ragiona a tre zeri.